Ride like the wind
Lockdown, brutta parola. È entrata nel nostro linguaggio subdolamente. L’hanno pronunciata da qualche parte del mondo e ci è sembrata tanto misteriosa e terribile quanto intrigante e calzante. E l’abbiamo, come al solito con le parole inglesi, fatta nostra, per una volta usandola con il suo preciso significato: bloccare tutto, chiudere tutto, con un catenaccio, un lucchetto. E allora abbiamo bloccato il mondo, la nostra vita, le attività, le passioni. Chiuso, anzi rinchiuso, le nostre vite in casa. Le nostre auto in garage.
Nelle giornate trascorse in quel clima surreale, in casa, ognuno ha reagito a modo suo. In famiglia o da single, in coppia o in comunità, tutti abbiamo avuto solo tre certezze: poter fare la spesa, poter acquistare beni su internet, poter comunicare solo a livello virtuale con il resto del mondo.
Alla frenesia dei primi giorni è subentrata una sorta di “compressione” nelle settimane successive, alla voglia di dimostrare di essere in grado di riuscire comunque a far parte della società, lavorando (in modalità “smart”), è subentrata la voglia di ripensare un po’ a noi stessi, alle nostre cose, a ciò che ci è più vicino, con al fianco la nostra musica. Tanti amici hanno conciliato le cose mettendo a posto archivi musicali. Dei vinili e dei CD in scaffale o in soffitta, dei file su NAS. Qualcuno ha voluto dedicarsi al proprio impianto in auto. Finché ha potuto. Finché una rondella, un fusibile, un pezzo di similpelle mancante, non hanno fatto la differenza. A meno di cercare su Internet.
Chi nell’era pre-Covid ha affiancato la vendita online alla vendita al dettaglio ha potuto in qualche modo continuare a servire i propri clienti. Gli appassionati hanno trovato, nel mondo del web, i componenti che cercavano, magari recapitati con difficoltà, magari con ritardi vari. Ma con la rasserenante convinzione che esistesse un canale aperto verso il mondo della propria passione.
Alle attività commerciali in grado di ricevere ordini e spedire ha concesso più che un piccolo incasso: la certezza che la notte fosse meno buia di quanto sembrasse. Ha offerto un modo per continuare a vivere la propria vita.
Lentamente il lockdown è stato allentato. Con prudenza, forse troppo poca, forse con troppi pochi controlli. Tuttavia, la voglia di uscire, prendere aria, tornare a parlare con gli altri, in una parola, vivere, è stata più forte di ogni altra cosa. Non solo prendendo la bici, uscendo a passeggio con la famiglia o incontrandosi al parco con gli amici. Ma anche, e soprattutto, prendendo l’auto e tornando ad andare, lontano, pur nel rispetto di quei limiti regionali che hanno fatto seguito alle prime riaperture.
Però non abbiamo smesso di pensare alla nostra musica. Magari qualcuno è riuscito a finire quel montante, quella portiera a cui teneva tanto. Altri hanno acquistato componenti da far montare all’installatore, o hanno chiesto appuntamenti per “lavorare” quel particolare tanto a lungo meditato, con la convinzione di voler, qualche volta di dover, soddisfare le proprie passioni, la propria voglia di musica.
Senza frenesia, senza agitazione. Però nel mondo dell’hi-fi in auto c’è un certo fermento. Gli installatori sono tornati pian piano ad operare, magari seguendo più strettamente quelle regole che vogliono le officine riservate agli addetti ai lavori e le aree espositive e di vendita riservate al pubblico. Però le agende si sono riempite ed i tempi per gli appuntamenti si stanno allungando. È difficile prevedere quanto questo possa essere una bolla dovuta alla chiusura e alla voglia di ricominciare. Tuttavia tutti i trend che abbiamo lasciato ad inizio anno, stanno tornando pian piano in auge…
Anche ACS, che ha dilatato i tempi delle uscite nel lockdown, è qui con qualche riflessione in più. In un mondo inevitabilmente segnato da un’esperienza che ha stravolto vite ed abitudini, abbiamo ancora più frenesia di parlare di musica e di auto, di sensazioni e di libertà. Vogliamo farlo con le nostre parole e con iniziative che viaggeranno, giorno dopo giorno, mese dopo mese, accanto alla rivista e che già da questo numero iniziano a vedere la luce.
ACS point è la prima di esse. Nasce per rispondere a molte domande che ci vengono rivolte dai nostri lettori. A chi spesso ci chiede “un installatore bravo della mia zona”, a chi ci chiede “ma dove posso trovare la rivista”, a chi ci chiede dove poter reperire un componente o avere un consiglio autorevole, la risposta è proprio legata agli ACS point, centri di installazione di riferimento sul territorio dove il car audio nasce e si esprime al meglio.
Gli ACS point saranno al centro delle nostre iniziative, che verranno presentate sulle pagine internet di audiocarstereo.it e sui nostri canali social già a partire da prima dell’estate. E, naturalmente, sulle pagine della rivista, che però accoglierà anche altre novità. La prima delle quali riguarda il mondo dei DSP, che andremo ad esplorare, nei prossimi mesi, con un livello di approfondimento tale da soddisfare le curiosità anche dei più appassionati.
Sulle stesse pagine, argomenti sempre più caldi, test sempre più approfonditi, vetture sempre più interessanti. E un programma che non trova eguali in nessuna rivista del mondo. Ambiziosi? Sì, forse sì, ma se il lockdown ci ha tenuti fermi per un po’, la nostra grande passione per la musica e la tecnologia in auto è addirittura cresciuta. Tantissimo…
Abbiamo lasciato la nostra musica per troppo tempo in garage dietro ai finestrini chiusi. La ritroviamo con l’aria condizionata accesa, nell’auto pronta a portarci via. Lontano. Correndo, like the wind.
Rocco Patriarca