Fondazione!
Mi è capitato ultimamente di ritrovare un vecchio amico che mi ha accompagnato durante diversi momenti della vita. È un lungo, lunghissimo racconto, fatto di mondi e di civiltà, di personaggi che si susseguono lungo un periodo storico di millenni, con al centro la ferrea volontà di offrire, a quel meraviglioso, dannato testone che è l’Uomo, la possibilità di non distruggersi e non distruggere quella sapienza che in migliaia di anni i saggi di tante generazioni hanno saputo costruire.
L’occasione, come al solito, è stata casuale. È stato un trailer, visto per caso su un social, sullo schermo dello smartphone, ascoltato con gli altoparlantini dello stesso. Un trailer che annuncia le gesta di questi uomini saggi, sotto forma di “serie TV”, un format oggi estremamente attuale. La produzione è hollywoodiana, gli attori pure. Il soggetto, il “mio” racconto articolato su una quindicina di libri, è del più grande dei maestri del genere, Isaac Asimov, ed il titolo della serie è quello che in molti aspettavamo sullo schermo da decine di anni: “Foundation”!
Ho voluto rivedere il trailer, anzi il “teaser”, visto che è ancor più ridotto ed ambiguo, per ritrovare i miei vecchi compagni di viaggio nella lettura, scoprendo che alcuni dei protagonisti non solo hanno cambiato sesso, ma sono immersi in universi “strani”. Beh, di solito sono abbastanza “aperto” a riletture nelle trasposizioni di opere letterarie sul grande (o piccolo, ormai non si capisce più) schermo e non giudico “a priori”. Staremo a vedere. Nel frattempo…
Nel frattempo ho sbirciato nella mia libreria alla ricerca di quei titoli e poi su Wikipedia per ricordarmi la sequenza “ufficiale” di lettura, con il timore e la segreta ambizione di voler tornare di nuovo ad affrontare l’intera saga. Ma ciò che mi attirava era il “centro” del racconto, ciò che ha dato il titolo a tutto: Foundation, letto la prima volta con il titolo “Cronache della Galassia”. Ho scorso qualche passaggio, qualche nome. Ricordi che affiorano e trame che si dipanano. Bello.
È stato il giorno dopo, diretto verso la Redazione, che ho pensato all’audiolibro: per un romanzo così famoso qualcosa in giro ci deve essere… Ho trovato su YouTube una splendida lettura a cura di Starry Night. E ho dato il via all’ascolto.
Prima di perdermi nel vivo del racconto, però, mi è subito balenato agli occhi, anzi alle orecchie, un elemento che molti appassionati “audiolettori” sanno benissimo: riprodurre “bene” una voce narrante in auto, chiara e che non stanchi, a prescindere dall’inevitabile qualità di base della registrazione (e quella di Starry Night è eccellente), è un compito estremamente impegnativo per l’impianto di bordo. Occorre potenza, occorre praticamente zero distorsione, occorre dinamica, occorre qualità. E inoltre, ne sono convintissimo, un impianto di serie non permette di seguire un audiolibro a lungo.
Ho pensato subito al monitor della piccola (ma neanche tanto) Volvo XC40, protagonista dell’indagine sui sistemi OEM di questo numero di ACS. Bello, verticale, integrato. Ed ho pensato che, in fondo, lo sviluppo verticale ha un suo fascino. Ma ho pensato anche che siamo di fronte ad un nuovo inasprimento nelle possibilità di evolvere i sistemi di serie. E che comunque il sistema con il woofer nel vano motore (!) non avrebbe retto più di due capitoli.
Certo, il lavoro di Barny sulla sua Passat, anzi, il “capolavoro” di Barny, al secolo Mirko Fiorini, sulla sua Passat merita di avere in pasto qualcosa di più di un audiolibro. Ci sono componenti pregiati, ampli dal marchio altisonante e tre, dico tre sorgenti tra le più disparate. C’è una sorgente Android ed i vantaggi li descriviamo nella prova del Macrom, bello e pratico, anche se con qualche capriccio di gioventù. C’è una sorgente HD dal controller difficoltoso ma integrata nel DSP, diretta, immediata. E c’è una sorgente completissima. Che viene dal mondo home e che riproduce tutto di tutto, pilotabile da dovunque, anche dal grande monitor della sorgente Android, con una riserva di brani senza fondo. Dunque si potrebbe ascoltare anche YouTube in streaming! Sai che meraviglia…
Il sistema operativo Android potrebbe portare, finalmente, quello step in più nelle vetture e permettere di standardizzare un’uscita digitale per ascoltare i nostri brani in HD magari proprio via USB. In fondo dai tablet e dagli smartphone dall’uscita OTC non è affatto difficile. E, con un modulo 4G sempre connesso e una uscita digitale, potrebbe farci godere meglio anche quelle risorse che fino ad oggi abbiamo poco considerato. Lo streaming in particolare.
Ho nel contempo avuto modo di osservare da vicino, di far suonare, di mettere alla prova, di convivere con il piccolo gioiello di casa Audison. Un componente nato per il mondo dell’ascolto in auto, fatto da chi dell’ascolto in auto conosce le sfumature e le difficoltà, che l’ha minuziosamente pensato e l’ha incredibilmente realizzato. Un componente che non finisce mai di stupire per la sua generosa propensione ad offrire musica e a rispondere, con estrema sincerità, al segnale con cui lo si pilota. E con una Voce, che non è solo il suo nome, che merita di essere sfruttata al meglio.
Perso in questi pensieri sono arrivato in redazione. Dell’audiolibro ho ascoltato poco ma la particolare voglia di godere dell’impianto in auto in un modo diverso, ma altrettanto esigente di risorse, come con un audiolibro, mi ha fatto molto pensare. A quanto la qualità sia importantissima per avere risultati in auto. A quanto sia importante che aziende come Elettromedia e installatori come Mirko la perseguano nel loro lavoro e nelle loro proposte. A quanto gli impianti di serie, anche quelli belli ed eufonici, siano lontani dal saper prendere sul serio un impegno “vero”. E a quanta voglia di andare lontano, a quanta voglia di strada, di musica c’è in questo periodo…
Io? Presto andrò su Trantor…