L’alba di una nuova era

Ho sempre avuto un debole per la radio. È sempre stata al mio fianco. Da minorenne, ovvero da ben prima della patente, da quando una radiosveglia sul comodino mi destava a suon di musica. Quando un “transistor” mi faceva compagnia con le “radio private” nel loro momento di massima espansione. E quando, per ascoltare la “mia” musica, registravo brani su cassetta direttamente dalla radio.

Da patentato, la mia prima sorgente in auto è stata priva di radio. Non era raro all’epoca dei “soli lettori”, ma ne ho sofferto. È durata poco e il suo rimpiazzo è stato un sintoFM dalla “scala parlante”. Ma ascoltare la radio era difficile. A meno di non essere parcheggiati…

Con la febbre del car audio che saliva e il primo impianto “vero”, come sorgente ho scelto il miglior ricevitore radio allora sul mercato (eravamo in era pre RDS): un Proton CV-460 con Tuner Schotz II, il meglio dell’epoca. La soddisfazione di ascoltare tanti disturbi in meno, una banda più ampia, una ricezione più selettiva, tanti parametri dei tuner analogici che all’epoca venivano misurati anche dalla nostra rivista, è stata davvero tanta.

Poi l’RDS. Finalmente la radio si sentiva di più. Non meglio, ma si poteva seguire la stessa emittente su viaggi lunghi. Anche se, nonostante le esperienze con molti più ricevitori provati per ACS e le lunghe sedute passate a decodificare le stringhe di controllo dell’RDS (grazie all’espertissimo Fabio Salvi), la soddisfazione all’ascolto cresceva. Ma non così rapidamente.

Nel frattempo è cresciuto il mondo delle radio. RadioRAI e i suoi programmi cult (Jack Folla, ad esempio, e i podcast erano di là da venire), DeeJay prima per ascolti, la nascita di Radio24. Ed un mondo di musica. Sempre più presente, sempre più vivace. Magari anche sempre più commerciale, ma l’alternativa dei miei CD non è mai mancata.

Il DAB, che delusione. Non per la tecnologia, ottima (favolosa non appena si varcava il confine). L’Italia non ci ha creduto. Non ci ha voluto credere. Forse perché le indicazioni dall’alto erano quelle di spingere la TV, anche digitale, piuttosto della radio? Forse per negligenza oltre che per interesse? Il risultato è che in Italia il DAB non c’è ancora come vorremmo. O come meriteremmo.

Però nel frattempo abbiamo avuto la musica compressa ed anche lo streaming. Le radio sono saltate sul treno del web tramite le proprie app e tramite i tantissimi aggregatori disponibili. Nel frattempo sono diventate “radiovisioni”, tematiche, verticali, universali.
Poi, durante il recente lockdown, arriva una piccola icona, rossa, con una “R”, forse neanche troppo aggraziata, al centro. Un’app che sembra dire poco ma che ha tutte le potenzialità per rivoluzionare il mondo della radiofonia. È stranamente potente, semplice, leggera. C’è per iPhone e per Android. Facile da installare e da usare. Scegli le tue emittenti preferite e vai.

Dov’è la rivoluzione? In un mondo connesso, dove la tendenza è quella di assicurare copertura cellulare per i dati ad ogni angolo di terra emersa (ed anche un po’ di mare intorno), del nostro e di tutti gli altri paesi del mondo, con uno smartphone sempre nelle nostre tasche, l’ascolto della radio è sempre assicurata.

E se anche l’auto è connessa, magari tramite una e-sim (ed è solo questione di – poco – tempo per vederla su tutte le auto nuove), magari con un piano dati flat, integrare questa app nativamente nel sistema di intrattenimento di bordo è un gioco da ragazzi. Tanti accordi sono già in essere con le case automobilistiche. Ce lo confermano coloro che stanno ai vertici del mondo della radiofonia. Tanti arriveranno. Nell’aftermarket grazie al CarPlay e ad Android Auto, ci siamo già.

E allora la domanda che si faranno (ma sono sicuro che se la sono già fatta) sarà: a che serve coprire il mondo di onde radio, quelle FM e DAB, così intense e così difficili da manutenere? Ma soprattutto, anche nell’attesa di gestire il futuro delle trasmissioni radiofoniche, a che serve più un ricevitore FM in auto quando potremmo avere tutte le emittenti, gestite direttamente dagli editori, da usare in maniera semplice ed immediata, per governare il mondo della radio attraverso un’app?

L’“experience” del fruitore dell’app durante la guida per ascoltare la “radio” sarà analoga a quella di una normale autoradio, con monitor touch che permette di selezionare emittenti da un elenco o da preset, senza più problemi di disturbi, di salti di frequenze, di commutazioni tra DAB e FM e latenze varie. E se non c’è copertura, silenzio.

Arriveranno per primi i costruttori di auto. Quelli che, oggi, non offrono più il CD. Sarà molto dura per i costruttori di head unit tradizionali, quelle che fanno del lungo elenco delle dotazioni e delle funzioni la loro caratteristica principale. Saranno un passo avanti le head unit con sistema operativo Android nativo, tramite il quale attingere al mercato delle app.

Con molta probabilità il processo di dismissione delle bande FM sarà progressivo e, nonostante la logica ne dichiari l’inevitabile declino ed i principali player siano consapevoli di ciò, come ci ha esplicitamente detto Roberto Sergio, Direttore di Radio RAI, nell’intervista che ci ha rilasciato, sarà un processo molto ma molto lungo. Le emittenti hanno infatti tutto l’interesse a mantenere in vita quante più strade possibile per diffondere il loro segnale. E poi, già si annunciano le prime prese di posizione tra analogisti (l’emissione in FM) e digitalisti (DAB e streaming), con i primi che affermano, non senza fondamento, che la FM “suona meglio”.

Radioplayer, e più in generale l’ascolto della radio via web, avrà prima o poi un peso determinante rispetto a tutto il resto delle proposte di diffusione del segnale. Ma ciò che sicuramente non verrà meno è la voglia di ascoltare la radio, di sentire un dibattito, una radiocronaca, uno storytelling o un brano musicale, commentato, discusso, cantato o, più semplicemente, suonato.
Sarà importante però vivere il cambiamento che Radioplayer ha fortemente contribuito ad innescare giorno per giorno, per seguire le evoluzioni di quel sogno chiamato radio che ci accompagna, ci sorveglia e ci coccola durante tutti i nostri viaggi.